Netta riduzione delle Srl che dovranno dotarsi di sindaci o revisori rispetto alle stime. Sarà l’effetto dell’emendamento presentato in Parlamento al Decreto Crescita, e che interviene sul nuovo Codice della crisi d’impresa, che impone un organo di controllo interno in caso di sforamento di alcuni parametri.
Il nuovo Codice della Crisi d’impresa, in vigore dal 15 agosto 2020, prevede che debbano adottare il sindaco o il revisore tutte le società che hanno superato per due esercizi consecutivi almeno uno dei seguenti limiti:
- totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 2 milioni di euro;
- ricavi delle vendite e delle prestazioni: 2 milioni di euro;
- dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 10 unità;
Sulla base dell’emendamento presentato in Parlamento e appoggiato dal viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, i parametri vengono elevati a:
- totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 6 milioni di euro;
- ricavi delle vendite e delle prestazioni: 12 milioni di euro;
- dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 50
il superamento dovrà riguardare 2 dei 3 parametri per 1 esercizio.
Difficile valutare l’impatto che, se approvato, tale emendamento avrà sul numero delle società coinvolte. Sicuramente, per effetto della modifica, il numero delle Srl chiamate ad adottare il sindaco o il revisore crollerebbe. Banca d’Italia aveva stimato in 150.000 le SRL interessate, numero sicuramente destinato a scendere in caso di approvazione.